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Tecnologia
02 agosto 2023

Leggera pressione vs gravità: questioni di riempimento

Una bottiglia di buon vino rosso servita alla giusta temperatura e nel giusto bicchiere, un buon formaggio in abbinamento e l’aperitivo essenziale ma di qualità è pronto; come facciamo però a essere sicuri che la bottiglia di vino, seppur ben conservata, riesca a replicare tutti i profumi e le note di cui il suo produttore ci racconta nella sua bellissima etichetta? Questioni di riempimento.

Quella del riempimento è sicuramente la fase più delicata di tutto il processo che porta alla bottiglia finita e pronta per il mercato. Un vino di qualità può infatti risultare meno buono di quanto sperato, una volta scaraffato. Per questo è fondamentale scegliere quello giusto, a seconda del risultato che si vuole ottenere.

Quali tipi di riempimento per vino?

Il riempimento a gravità è sicuramente il primo in ordine cronologico ma trova tuttora un vasto utilizzo, specialmente nelle riempitrici manuali che ancora svolgono una funzione predominante nelle piccole cantine. Questo sistema garantisce un buon risultato grazie anche alla sua semplicità che diventa prevalente nel rapporto qualità/prezzo, garantendo un buon compromesso. La semplicità è da intendersi soprattutto nel fatto che si tratta di un sistema “a vaso aperto”, quindi il prodotto è, anche se in minima parte, a contatto con l’aria circostante. Ovviamente senza sistemi aggiuntivi non possiamo avere la perfezione del livello in bottiglia, oltre a richiedere attrezzature specifiche per ridurre al minimo il contatto con l’aria.

Il riempimento a leggera pressione invece prevede un circuito chiuso: il prodotto quindi non entra mai in contatto con l’aria esterna, ma solo con il gas inerte che satura il circuito stesso, dalla campana fino alla bottiglia. Anche in questo caso però resta il problema di avere livelli in bottiglia perfettamente uguali, poiché proprio per la conformazione degli ugelli classici, o becchelli, non è possibile garantire la precisione voluta. Alcuni costruttori quindi montano sulle proprie linee uno “scolmatore”, cioè una cannetta che scendendo sempre alla solita quota aspira il prodotto in eccesso, in questo modo si garantisce che i livelli siano tutti uguali, ma si sottopone la produzione al rischio di contaminazione; inoltre il prodotto “aspirato” è uscito dal sistema “chiuso” aumentando sensibilmente la percentuale di scarto.

Il riempimento Isobarico (che si usa specialmente per vini mossi),  come dice la parola stessa bilancia la pressione in bottiglia con quella del serbatoio ( o campana), sebbene per il resto sia simile al sistema in leggera pressione, quindi un sistema chiuso che garantisce un isolamento dall’aria del prodotto.

Quale scegliere?

Alla luce di quanto letto sopra, sarebbe fin troppo facile dire che il sistema a leggera pressione è senza dubbio il migliore tra i due. In linea teorica è vero, ma dobbiamo tener conto, oltre della differenza di costo tra l’uno e l’altro, della tipologia di prodotto che dobbiamo imbottigliare, poiché non sempre è necessario che il prodotto non debba assolutamente venire a contatto con l’aria. In alcuni casi, e qui gli enologi fanno sicuramente la differenza, alcune tipologie di vino sopportano questo contatto; non solo, in alcuni casi un’esposizione, ovviamente minima, sembra favorire dei processi che portano a una diversa evoluzione del prodotto.  Quindi ancora una volta a scegliere dovrà essere chi deciderà che tipo di vino proporre, perseguendo le proprie idee forte della propria esperienza.

Come lo facciamo in Quinti?

In Quinti crediamo nell’importanza del riempimento, per questo tutte le nostre tecnologie sono pensate per assicurare un lavoro d’eccellenza, mantenendo inalterate le qualità organolettiche dei prodotti trattati. Cercando di rendere possibile il recupero del liquido in modo che non venga sprecato, e ponendo una particolare attenzione alla facilità di pulizia. Nello specifico per il vino sono proposte due soluzioni: riempimento a leggera pressione e a gravità. Il riempimento a leggera pressione prevede che il prodotto che si trova nel serbatoio venga spinto in bottiglia, facendo fuoriuscire il gas in area libera, mentre grazie a una particolare tecnologia costruttiva dei rubinetti, appannaggio solo di alcuni costruttori, il prodotto in eccesso  viene reimmesso in campana tramite una sovrappressione di gas, senza fuoriuscire dal sistema “chiuso”, garantendo inoltre anche l’ estrema precisione del livello. Mentre il riempimento a gravità si basa su un sistema aperto, dove i rubinetti riempiono in modo preciso garantendo il livello grazie a un sistema che aspira nel serbatoio di recupero il liquido in eccesso. 

In questo articolo abbiamo parlato dei tipi di riempimento possibili per il vino.

E come già visto in altri contesti, abbiamo potuto intuire come anche per il vino la scelta del riempimento è importante e deve essere fatta in funzione dei risultati che si vogliono ottenere. Per questo forse occorrerebbe partire individuando ciò che vogliamo trasmettere con il nostro prodotto per poi optare per una soluzione di riempimento piuttosto che per un’altra.

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